La sala è dedicata ad alcuni protagonisti della vita musicale triestina tra ’800 e ’900. Sono esposti i costumi di scena personali di due tenori, il pugliese Enzo De Muro Lomanto e il capodistriano Rodolfo Moraro, e del baritono Giuseppe Kaschmann. La vita di quest’ultimo, originario di Lussinpiccolo, è illustrata da una serie di ritratti di famiglia, oltre che da documenti e cimeli.
Altra figura di primo piano della Trieste musicale ottocentesca è Giuseppe Farinelli: nato a Este, fu dal 1817 maestro al cembalo al Teatro Nuovo (oggi Teatro Verdi) e due anni dopo anche maestro di cappella alla Cattedrale di San Giusto. La sua vita si intersecò con quelle degli Scaramelli, che negli anni si succedettero al primo violino del Teatro Nuovo.
La lunga permanenza in città del musicista e compositore viennese Carl Ferdinand Lickl è ricordata dalla fisarmonica a pedali e da alcuni documenti, mentre percorre l’intero corso dell’800 l’attività di tre famiglie di musicisti, triestine di nascita o d’elezione: i Sinico, i Ricci e i Rota.
Giuseppe Kaschmann
Lussinpiccolo 1850 – Roma 1925
Baritono di voce pastosa, duttile e di grande estensione, dopo il debutto nel 1876 al Teatro Regio di Torino in La Favorita di Donizetti, dominò le scene di tutto il mondo per almeno un quarto di secolo. Interpretò vari ruoli wagneriani a Bayreuth e si esibì nella stagione inaugurale del Metropolitan di New York nel 1883-1884 in ruoli quali Enrico in Lucia di Lammermoor, Conte di Luna in Il Trovatore, Riccardo in I Puritani, Telramund in Lohengrin, Don Giovanni nell’opera omonima. Si ritirò nel 1921.
Enzo De Muro Lomanto
Canosa di Puglia 1902 – Milano 1952
Tenore di voce calda e dal timbro gradevole, acquistò notorietà nel ventennio fra le due guerre mondiali come cantante delicato e signorile. Si esibì in numerosi teatri in Italia e all’estero anche assieme al celebre soprano Toti Dal Monte, sua moglie dal 1928 al 1932. Tenne in repertorio numerosi ruoli, molti dei quali testimoniati dalla ricca collezione di costumi acquisiti dal Museo nel 1993.
Carl Ferdinand Lickl
Vienna 1803 – Trieste 1864
Già compositore a Vienna ed eccellente pianista, Lickl studiò anche violino e chitarra. Intorno al 1830 si trasferì definitivamente a Trieste, dove si sposò e lavorò come insegnante di pianoforte e di composizione. Dalla sua scuola uscì Anna Weiss, concertista e madre di Ferruccio Busoni, del quale fu anche la prima insegnante. L’abbondante produzione di Lickl si rivolse soprattutto alle pagine per pianoforte.
Uno strumento da viaggio per Lickl
La fisarmonica viennese o “a pedali” (Physharmonika), poi soppiantata dal più sofisticato armonium, deriva dal perfezionamento del precedente aeoline, in voga nei primi anni dell’800. Concepito per essere trasportato, è dotato di gambe e supporto dei pedali pieghevoli, in modo da esser trasformato in una scatola. Lo strumento conservato al Museo Teatrale appartenne a Carl Ferdinand Lickl.
La famiglia Scaramelli
Figlio di nobile famiglia veneziana, Giuseppe Scaramelli (Venezia 1761 – Trieste 1844) arrivò a Trieste intorno al 1783-85 come primo violino al Teatro San Pietro e poi al Teatro Nuovo, dove era conosciuto come “lo Scaramellone”. È da ricordare anche come autore di un Saggio sopra i doveri di un primo violino e direttore d’orchestra, preziosissimo per addentrarsi nelle usanze e nei malcostumi delle orchestre della sua epoca: i conflitti spesso esistenti fra primo violino e maestro al cembalo, le infedeltà al testo, la scarsa cura dell’intonazione, la distrazione degli orchestrali durante i recitativi, gli arbitri dei cantanti sono solo alcuni degli argomenti che egli tratta, suggerendo soluzioni alternative. Sotto le cure di Scaramelli l’orchestra del Teatro Nuovo migliorò notevolmente. Egli la lasciò poi nelle mani del figlio Alessandro (Venezia 1779 – Trieste 1862), cui succedette il nipote Giuseppe Alessandro (Trieste 1817 – Venezia 1876). Così, per quasi un secolo, tre generazioni di Scaramelli guidarono l’orchestra dell’odierno Teatro Verdi.
Giuseppe Farinelli
Este 1796 – Trieste 1836
Arrivò a Trieste nel 1817 per ricoprire l’incarico di direttore della Cappella Civica e di maestro al cembalo al Teatro Nuovo, nello stesso periodo in cui ne era primo violino Giuseppe Scaramelli. Compositore assai prolifico di lavori teatrali (si conoscono di lui più di cinquanta titoli), una volta stabilitosi a Trieste diminuì notevolmente questa sua attività. Riuscì ad incrementare il numero dei componenti della Cappella Civica, che allora contava anche su una compagine orchestrale, oltre che sul coro.
I Sinico
Un’altra famiglia di musicisti presente sulla scena cittadina per quasi un secolo fu quella dei Sinico. La loro importanza è data, più ancora che dalla loro produzione musicale, dal loro impegno in qualità di didatti, di sostenitori e diffusori della cultura musicale attraverso l’organizzazione di serate musicali e la fondazione di scuole di musica e canto. Tra i Sinico sono senz’altro da ricordare il capostipite Francesco (Trieste 1810-1865), che curava i servizi musicali nelle chiese luterana, serbo-ortodossa e greco-ortodossa, e suo figlio Giuseppe (Trieste 1836-1907), che proseguì le attività paterne, aggiungendo dal 1888 anche l’impegno presso la Sinagoga. Giuseppe fu anche noto per aver composto a soli vent’anni La Marinella, opera che ebbe un gran successo perché di argomento locale. Scritta su libretto di Pietro Welponer, venne rappresentata nel 1854 al Teatro Mauroner. Viva San Giusto, è l’inno che chiude il prologo dell’opera, immediatamente impostosi come il canto della Trieste risorgimentale.
Luigi Ricci
Napoli 1805 – Praga 1859
Grazie alla chiara fama di cui godeva come compositore soprattutto di melodrammi caratterizzati da una notevole freschezza e vivacità, nel 1837 succedette di Giuseppe Farinelli nell’incarico di maestro concertatore al Teatro Grande e alla Cappella Civica. Venne accolto in città con grande simpatia e ottenne un notevole successo come compositore, animatore di concerti e soprattutto insegnante di canto. Le sue lezioni erano molto richieste dalle migliori famiglie triestine e molti cantanti venivano appositamente a perfezionarsi da lui. Tra questi anche le sorelle praghesi Ludmila, che divenne sua moglie, e Francesca Stolz, con le quali intrattenne un colorito ménage familiare, concependo un figlio con entrambe. Le due vennero poi raggiunte dalla sorella più giovane, quella Teresa Stolz che sarebbe diventata una delle cantanti predilette di Giuseppe Verdi.
I Rota
Il testimone dell’attività di Luigi Ricci presso il Teatro Grande e la Cappella Civica venne raccolto dal compositore triestino Giuseppe Rota (Trieste 1833-1911). Fu a lui che toccò assistere nel 1873 alla novità del direttore d’orchestra venuto a dirigere dall’esterno. A questo passaggio epocale il Rota non era preparato e, leso nella sua dignità professionale, si dimise dalla propria carica di maestro concertatore. Di tre anni più giovane, suo fratello Giacomo (Trieste 1836-1898), baritono, sposò la cantante Eugenia Dorligo (Trieste 1843-1924). Giuseppe, il fratello e la cognata sono ritratti nelle tre tele esposte, realizzate da un terzo fratello Rota, Giovanni (Trieste 1832-1900).
Gli album del conte Zinzendorf
Alto funzionario della corte austriaca, Karl von Zinzendorf (Dresda 1739 – Vienna 1813) a partire dal 1776 fu governatore di Trieste. Durante il suo mandato fece costruire la strada Trieste-Vienna. La sua presenza diede una spinta notevole all’ambiente culturale cittadino, che si aprì proprio in quel periodo con curiosità e salutare vivacità verso altri centri europei.
Gli album, noti anche come Album Auersperg o Auerspergischen Minaturbücher, dal nome della famiglia che li possedette nell’800, sono riconducibili alla penna di Alexander von Schell, di nobile famiglia sveva, vissuto a Trieste dal 1763 al 1776 come funzionario di Maria Teresa, negli stessi anni del soggiorno in città di Giacomo Casanova, e amico sin dall’infanzia del conte Zinzendorf, per cui eseguì molti ritratti. Gli elenchi nominativi in fondo agli album riconducono i personaggi ritratti ai salotti triestini dell’Intendente Enrico conte di Auersperg e del governatore conte Karl von Zinzendorf.