La sala ripercorre le origini del Museo, ricostruendo la vita professionale e familiare del fondatore e la storia della sua straordinaria raccolta.
Figlio di un direttore di banda ungherese, il triestino Carlo Schmidl (1859-1943) iniziò a lavorare a tredici anni come copista e commesso presso il Fondaco Vicentini, negozio di musica e prima rappresentanza della Casa Musicale Ricordi a Trieste, da lui stesso rilevato nel 1889.
Unendo attività professionale e passione per il collezionismo, raccolse nell’arco di cinquant’anni ogni tipo di materiale documentante la vita teatrale e musicale cittadina, nella quale era in molteplici forme coinvolto. La sua poderosa Raccolta storico-musicale divenne museo pubblico nel 1924, grazie a una convenzione stipulata con il Comune di Trieste, cui egli, che ne rimase proprietario e curatore a vita, la lasciò poi in eredità.
Instancabile raccoglitore di dati, Schmidl fu anche autore di un Dizionario universale dei musicisti, tuttora strumento imprescindibile per lo studio della musicologia locale.
Il baule del tenore Matteo Babini
Matteo Babini cantò al Teatro San Pietro di Trieste nelle stagioni 1788/89, 1790/91 e 1796.
Il suo segretario Domenico Del Maschio detto il Vicentini (Vicenza 1785 – Trieste 1846), innamoratosi di una donna triestina, si trasferì in città e vi aprì, in piazza della Borsa 601, il Fondaco Musicale Vicentini. Dopo la sua morte, nel 1846, il negozio fu gestito dalla moglie Maria. Quando nel 1889 Carlo Schmidl acquistò il Fondaco, modificandone la ragione sociale in Carlo Schmidl & Co., divenne proprietario anche di questo settecentesco baule. Esso entrò così a far parte della sua Raccolta storico-musicale e oggi ne rappresenta simbolicamente l’originario scrigno.
Carlo Schmidl
Trieste 1859-1943
Figura eccezionale nel panorama culturale e musicale triestino a cavallo tra ’800 e ’900, Carlo Schmidl vi fu attivo in molteplici forme, come fruitore, promotore e sostenitore di eventi, spendendosi per la diffusione della cultura musicale attraverso i suoi contatti con teatri, scuole, interpreti, compositori. Possedeva anche una licenza di agenzia teatrale in virtù della quale promosse a Trieste concerti affidati a esecutori riconosciuti a livello europeo come Pablo Sarasate, Teresina Tua, Jan Kubelik.
Carlo Schmidl raccoglitore di dati
La passione di Schmidl per la raccolta di dati iniziò fin da quando, tredicenne, andò a lavorare nella ditta di Vicentini. Dietro il negozio, in via delle Beccherie, incominciò ad acquistare libretti d’opera sui banchetti «al prezzo allora quasi tariffario di un patacon l’uno», come egli stesso scriveva nel 1918. Il Museo Teatrale è il frutto di questa sua instancabile attività.
Carlo Schmidl commerciante di musica
Il negozio rilevato dalla moglie di Vicentini costituì il punto di partenza per l’attività editoriale di Schmidl. Della prima pubblicazione nel 1882, ancora sotto la ragione sociale Maria vedova Vicentini, egli si era accollato spese e rischi. A questa attività affiancò quella di rappresentante. Grazie alle sue capacità imprenditoriali, alla competenza musicale e alla perfetta padronanza della lingua tedesca venne designato rappresentante della casa editrice Ricordi nelle «province dell’Austria-Ungheria» e nella nuova sede di Lipsia. Si fece anche promotore del Concorso per la canzonetta popolare triestina, di cui curava le pubblicazioni e la cui prima edizione avvenne nel 1890.