a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”
Lunedì 18 marzo 2024 Ore 17.30
Lunedì 18 marzo 2024 alle ore 17.30, è dedicato a «Nabucco» di Giuseppe Verdi il quinto appuntamento con «FUORI SCENA», il ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste nell’ambito del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», la rassegna di approfondimenti a cura di Stefano Bianchi che il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” da oltre un quindicennio offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori della musica e del teatro. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nella produzione firmata da Giancarlo del Monaco per un allestimento del Hrvatsko Narodno Kazalište di Zagabria, sarà in scena dal 22 al 30 marzo al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Daniel Oren, maestro del Coro Paolo Longo.
Allo “Schmidl” un gradito ritorno, perché sarà il musicologo Paolo Di Nicola a raccontare l’opera del compositore di Busseto, col supporto di esempi musicali e video.
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Temistocle Solera, che trasse ispirazione dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo «Nabuccodonosor» di Antonio Cortesi, «Nabucco» venne composto da Verdi dopo un periodo travagliato della sua vita, durante il quale, oltre all’insuccesso patito dall’opera comica «Un giorno di regno», dovette affrontare il grande dolore per la perdita della moglie Margherita Barezzi e dei due figlioletti Virginia e Icilio. Lo strazio di queste perdite gli provocò un rifiuto totale per la musica, fino a quando non venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli per musicare proprio il libretto di Solera dedicato al re babilonese. Il testo gli piacque talmente che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il 9 marzo 1842 l’opera debuttò alla Scala con grande successo.
La prima rappresentazione triestina ebbe luogo dieci mesi più tardi, l’11 gennaio 1843 al Teatro Grande. A Trieste, sarebbe seguita una ventina di ulteriori allestimenti (l’ultimo nel gennaio del 2019) presso il Teatro destinato ad essere intitolato a Giuseppe Verdi nel giorno stesso della morte del Maestro (27 gennaio 1901). Ad essi si aggiungono quelli documentati presso il Teatro Fenice (nel 1901), l’Anfiteatro Minerva (nel 1907), il Teatro Mauroner (sei allestimenti tra il 1846 ed il 1862), il Teatro Armonia (nel 1862 e nel 1868) ed il Politeama Rossetti (quattro allestimenti: 1882, 1885, 1896 e 1954).
Tradizionalmente il «Nabucco» è stata letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano tracciare paralleli tra la loro condizione politica e quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. Lettura incentrata soprattutto sul famosissimo coro «Va, pensiero sull’ali dorate» intonato dal popolo ebraico. Il dramma si focalizza però sulle figure dei sovrani di Babilonia Nabuccodonosor II e la sua presunta figlia Abigaille, ruolo questo tra i più impervi che Verdi abbia composto per la voce di soprano, che richiede un soprano drammatico d’agilità di inusitata potenza e flessibilità, come dimostra la sua grande aria del secondo atto «Ben io t’invenni o fatal scritto». La partitura offre momenti musicali di grande suggestione e coinvolgimento come il finale del primo atto, la preghiera di Zaccaria «Vieni, o Levita», il grande concertato del secondo atto «S’appressan gli istanti» e la preghiera di Nabucco «Dio di Giuda».
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili.
Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico) all’indirizzo di posta elettronica info@amiciliricaviozzi.it