Il Tabarro / Suor Angelica / Gianni Schicchi – Fuori scena

Lunedì 17 febbraio 2025 alle ore 17.30, è dedicato a Il Tabarro/Suor Angelica/Gianni Schicchi di Giacomo Puccini il terzo appuntamento con «Fuori Scena», il ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste nell’ambito del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», la rassegna di approfondimenti a cura di Stefano Bianchi che il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” da oltre un quindicennio offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori della musica e del teatro. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.

Il Trittico pucciniano, nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna per la regia di Pier Francesco Maestrini, sarà in scena dal 21 febbraio al 2 marzo al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Francesco Ivan Ciampa, maestro del Coro Paolo Longo.

Sarà il musicologo Francesco Cesari, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia, a raccontare il Trittico anche con il contributo di brani musicali e video.

Il Trittico è il nome con cui sono conosciute tre opere in un atto musicate da Giacomo Puccini: «Il tabarro», «Suor Angelica» e «Gianni Schicchi» andate tutte in scena per la prima volta al Metropolitan di New York il 14 dicembre 1918.

La prima del Trittico a Trieste, al Teatro Verdi, è datata 1 febbraio 1922. A quell’allestimento faranno seguito tre ulteriori produzioni (nel 1952, nel 1970 e nel 1974), accanto a una serie di allestimenti di ciascuna delle tre opere in diversi abbinamenti.

Il compositore iniziò a pianificare una serie di opere in un atto attorno al 1904, da contrapporre al successo di «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni. Il musicista lucchese aveva in mente di ispirarsi a cantici della «Divina Commedia», ma alla fine basò solo «Gianni Schicchi» sul poema di Dante. Per «Il tabarro» l’idea gli venne suggerita dal dramma Le Houppellande di Didier Gold, che vide a Parigi nel 1912. Accompagnò poi questo truce dramma su libretto di Giuseppe Adami con altri due lavori di carattere contrastante: «Suor Angelica», a soggetto lirico-religioso, composto tra la fine 1916 e inizio 1917 su testo di Giovacchino Forzano, e «Gianni Schicchi» su libretto dello stesso Forzano, opera comica terminata nella primavera del 1918, basata su un episodio del Canto XXX dell’Inferno (vv. 22-48). Essendo di generi diversi (drammatico, lirico e comico), queste tre opere – decisamente sperimentali – offrono allo spettatore emozioni inaspettate. Non si fa in tempo a inorridire per l’assassinio nel «Tabarro» che si passa al dramma spezza cuore di «Suor Angelica», per approdare infine all’amara ironia di «Gianni Schicchi».

Francesco Cesari è docente presso il Dipartimento di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa di opera italiana fra Otto e Novecento; ha pubblicato tra l’altro l’edizione filologica delle composizioni vocali da camera di Vincenzo Bellini e la corrispondenza di Amilcare Ponchielli. È membro del comitato editoriale dell’Edizione critica delle opere di Giacomo Puccini (Ricordi, Milano), nell’ambito della quale ha curato la pubblicazione del «Tabarro» di Giacomo Puccini. Sta inoltre curando il terzo volume dell’Epistolario di Giacomo Puccini (Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini). È autore di saggi e volumi dedicati al cineasta spagnolo Jesús Franco.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico) all’indirizzo di posta elettronica 
info@amiciliricaviozzi.it

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