Il flauto magico

Lunedì 4 dicembre 2023 alle ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», è dedicato a «Die Zauberflöte (Il flauto magico)» di Wolfgang Amadeus Mozart il secondo appuntamento della stagione con «FUORI SCENA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.

L’opera, nella produzione della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste in coproduzione tra AS.LI.CO e Opera Carolina, firmata da Ivan Stefanutti (light designer Emanuele Agliati), sarà in scena dal 7 al 17 dicembre al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Beatrice Venezi, maestro del Coro Paolo Longo.

Allo “Schmidl” sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare Die Zauberflöte, avvalendosi anche di esempi musicali e video

Ci sono migliaia di motivi per amare «Die Zauberflöte». La forza di questo sommo capolavoro, autentico testamento spirituale del genio di Mozart, è la moltiplicazione all’infinito delle prospettive narrative create dall’incontro-scontro tra il bene ed il male. La popolarità della «Zauberflöte ha forse a che fare con la straordinaria capacità di Mozart di far parlare strati sociali diversi attraverso una molteplicità di temi musicali. Un’opera in cui gli eventi non seguono un percorso né logico né lineare, ma sono carichi di significati allegorici e di richiami alla ritualità ed ai temi della Massoneria, a cui erano affiliato sia Mozart che il librettista Emanuel Schikaneder. «Die Zauberflöte» trova la sua origine nel filone della Zauberoper, imparentato alla farsa popolare viennese (Kasperliade), ma intriso di elementi magici ed effetti spettacolari tipici dell’opéra-féerie e imperniato su trame di derivazione fiabesca o folclorica. Un progetto a lungo meditato da Mozart e reso possibile dall’incontro con Schikaneder, uomo di varie attitudini – poeta, impresario, attore ma anche cantante (alla prima impersonò Papageno) – che dal 1789 dirigeva il Theater auf der Wieden, dove «Die Zauberflöte» esordì con grande successo il 30 settembre 1791. In questa sua penultima opera Mozart seppe trovar spazio per la canzone popolare, così come per il corale bachiano, per l’opera seria e quella buffa, per citazioni da Christoph Willibald Gluck e la musica massonica, per le onomatopee ingenue, riuscendo a creare, come scrisse George Bernard Shaw, «l’unica sola opera esistente che si possa concepire come scritta da Dio in persona». Tutta questa caleidoscopica varietà di stili contribuisce ad affermare l’utopia di un nuova umanità, popolata dai discendenti di Tamino e Pamina e di Papageno e Papagena, liberata dalle trame omicide della Regina della Notte.

Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili. Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico) all’indirizzo di posta elettronica info@amiciliricaviozzi.it

Nella foto: Hans Schlimarski, «Zauberflöte»: “Wir wandelten durch Feuersgluten”
Cartolina Serie 893/1
CMT F 12312

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