Anche il civico museo teatrale “Carlo Schmidl” celebra il giorno della memoria. Lunedì 27 gennaio, con inizio alle 17.30, presso la sala “Bobi Bazlen” al piano terra di palazzo Gopcevich (via Rossini 4), il secondo appuntamento con il ciclo «i lunedì dello Schmidl» è infatti dedicato al tenore ebreo Joseph Schmidt, vittima del regime nazista, morto in un campo di internamento in Svizzera nel 1942. A delinearne il ritratto, umano e vocale, con l’ausilio di materiale audio e video, sarà Vincenzo Ramón Bisogni, autore del volume «Joseph Schmidt. “The Pocket Caruso”. Un tenore in fuga», recentemente pubblicato dell’editore Zecchini di Varese. L’attrice Marisandra Calacione leggerà alcuni passi del libro.
Lo sterminio del popolo ebraico ad opera del regime nazista comportò anche la perdita di genialità scientifiche ed artistiche. Tra queste, può annoverarsi anche il tenore Joseph Schmidt, di grande statura artistica ma di esigua complessione fisica, tali da meritargli appunto l’appellativo di “Pocket Caruso”. Figlio di genitori ebrei ortodossi di lingua tedesca, era nato il 4 marzo del 1904 in Bucovina, regione dell’impero absburgico che entra a far parte del territorio della Romania alla fine della prima guerra mondiale. La seconda guerra mondiale comporta il passaggio all’Unione sovietica di una parte della regione, oggi appartenente all’Ucraina. Assurto tra le due guerre a fama internazionale in campo musicale e cinematografico, dall’intera europa alle americhe, Joseph Schmidt si vide ben presto condannato al silenzio dalle leggi razziali naziste che gli preclusero ogni avvenire d’artista e d’uomo fino a quando, appena trentottenne, trovò tragica fine presso un campo di internamento a Girenbad, sopra Hinwil, nel cantone di Zurigo. [COMTS/RF]
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.