FRANZ VON SUPPÉ

LA SUA PERMAMENZA A TRIESTE
LE SUE COMPOSIZIONI DALLA DALMAZIA A VIENNA

Conversazione di Rossana Poletti
In collaborazione con l’Associazione Italia-Austria

Lunedì 16 gennaio 2023 ore 17.30

«Franz von Suppé: la sua permanenza a Trieste, le sue composizioni dalla Dalmazia a
Vienna» è il titolo della conversazione di Rossana Poletti in calendario lunedì 16 gennaio 2023 alle
ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», a cura di Stefano Bianchi, presso la Sala “Bobi
Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich, nel segno della collaborazione tra il Civico Museo Teatrale
“Carlo Schmidl” e la Sezione Friuli Venezia Giulia dell’Associazione Italia-Austria.
Considerato il padre dell’operetta viennese, Suppé era in verità un italiano, anzi un dalmata di
lingua veneta. Francesco Ezechiele Ermenegildo Suppé – Demelli nacque a Spalato nel 1819, da madre
austriaca e padre di lontane origini belghe. Visse la sua infanzia a Zara per poi trasferirsi a studiare a
Padova. Sin da giovanissimo la sua grande passione fu la musica. La sua prima composizione fu
eseguita nel 1832 in una chiesa francescana di Zara, la «Missa dalmatica». Ebbe poi una lunga e
proficua carriera che lo vedrà a Vienna fondatore dell’operetta viennese. Il padre l’aveva costretto a
studiare legge, il giovanissimo Suppé comunque non mancava di scappare appena possibile a Milano, al
Teatro alla Scala per assistere alle opere dei grandi compositori italiani, da Rossini e Donizetti, di cui era
lontano parente, all’emergente Verdi. Da giovane fu Dulcamara nell’«Elisir d’amore» di Donizetti, un
ruolo da basso lui che era un tenore. Coetaneo di Offenbach, l’uomo che inventò in Francia l’operetta,
seguì le sue orme e anzi lo sfidò nei titoli: alla «Bella Elena» contrappose ironicamente la «Bella
Galatea». Sempre innamorato dell’Italia e ad essa legato, compose «Boccaccio», un omaggio al poeta,
alla Toscana e alla lingua del nascente Paese. Eppure fu il padre dell’operetta viennese, anche se
perfezionò il tedesco quando, morto il padre, la madre volle trasferire la famiglia a Vienna; qui si
manteneva dando lezioni d’italiano. Sua la «Cavalleria leggera» che lasciava intravvedere una certa
satira al sistema militare e per questo fu censurata. Suppé era un uomo tranquillo, dedito al buon cibo e
al buon bere, a Trieste frequentava la famosa Osteria al Pappagallo, ritrovo di artisti cittadini. Morì a
Vienna nel 1895, dopo aver dato vita a una trentina di operette e molte altre composizioni.
Il contesto storico della Dalmazia e di Trieste, sotto il controllo dell’Impero Austro-ungarico, la
nascente Italia, il confronto con i compositori suoi coetanei, aneddoti, la vita di Franz von Suppé, le sue
musiche saranno al centro del racconto di Rossana Poletti, da vent’anni impegnata nell’Associazione
Internazionale dell’Operetta di Trieste per far rivivere il genere musicale, che mandò Trieste in
mondovisione. Organizzatrice di eventi, giornalista e critico teatrale Rossana Poletti sarà affiancata da
Andrea Binetti che proporrà e commenterà brani musicali del celebre compositore dalmata.

Lapide del tavolino ove sedette Franz von Suppè la sera del 23 maggio 1888. Incisa dallo scultore Luigi Taddio, è costituita da un frammento di un tavolino del caffè Alla Sanità che si trovava nell’edificio dell’attuale Hotel Excelsior. Era rimasta poi appesa sul muro dell’osteria Al Pappagallo, in via Capitelli 4, fino alla chiusura del locale nel 1971.
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” OGG 2244

Palazzo Gopcevich

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