Ferruccio Busoni nella città delle reminiscenze

Anna Weiss Busoni e Ferruccio Busoni nella foto realizzata a ricordo della sera del concerto di sabato 9 giugno 1883 al Politeama Rossetti di Trieste, con dediche autografe di Anna Wiess Busoni «Al Suo caro padre» e di Ferruccio Busoni «Al Suo carissimo nonno»
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”
Archivio Fotografico, F 8983

Lunedì 14 novembre 2016 ore 17.30

È nel nome di Ferruccio Busoni l’appuntamento del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», in calendario lunedì 14 novembre 2016 alle ore 17.30 presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich.
Al grande pianista e compositore, triestino da parte di madre e per formazione, il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” ha dedicato, nella scorsa primavera, un’intera settimana di inziative per festeggiarne il centocinquantesimo compleanno, in una festa ‘corale’ organizzata assieme al Conservatorio “Tartini”, al Circolo della Cultura e delle Arti, alla Società dei Concerti, alla Nuova Orchestra da Camera Ferruccio Busoni, all’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia e al Teatro Verdi.
La lezione musicale e teatrale di Ferruccio Busoni, assieme alla sua triestinità, tornano ora a risuonare tra le pareti dello “Schmidl” in questo appuntamento dedicato a due pubblicazioni fresche di stampa per i tipi della Ibiskos Editrice Risoli, casa editrice di Empoli, ovvero la cittadina toscana nella quale Busoni ebbe i natali il 1° aprile del 1866.
I due libri saranno al centro di una doppia presentazione, introdotta da Stefano Bianchi, Conservatore dello “Schmidl”, coordinata dalla giornalista Marina Silvestri e di cui saranno protagonisti i rispettivi autori.

«La città delle reminiscenze. Ferruccio Busoni: Gli angeli e i demoni di Trieste» è scritto a quattro mani da Renzo e Daniela Mosetti. Firmato da un fisico, direttore di ricerca dell’OGS, appassionato cultore di musica e da una giornalista pubblicista, il libro da un lato scandaglia le suggestioni intellettuali trasmesse dalla città negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, dall’altro ricostruisce l’immagine e il giudizio sulla città maturati nella prospettiva della vita e delle altre realtà in cui Busoni vivrà. Come Zurigo è la città del rifugio, Parigi la città della luce, Berlino dell’oscurità e Vienna la città della delusione, Trieste è la città di ricordi difficili da dominare perché si presentano alla memoria non chiamati e lancinanti. Il testo si sofferma sulla gestazione delle opere «Arlecchino« e «Faust». La presentazione del libro è affidata all’architetto empolese Silvano Salvadori, docente di Storia dell’Arte, scultore, pittore e Dirigente scolastico, collaboratore della Fondazione Busoni di Empoli e a sua volta autore – assieme a alla germanista toscana Monica Zefferi – del libro «Arlecchino – ovvero si riapra il sipario!» in cui il progetto operistico di Ferruccio Busoni viene esaminato in parallelo con l’opera grafica del figlio Raffaello.

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esarimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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