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Così fan tutte

Quinto appuntamento con RACCONTA L’OPERA
Ciclo di conversazioni con ascolti a cura dell’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi”

Lunedì 16 aprile 2018, alle ore 17.30, per il cartellone dei “Lunedì dello Schmidl” è dedicato a «COSI’ FAN TUTTE» di Wolfgang Amadeus Mozart il quinto appuntamento con «RACCONTA L’OPERA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste.
L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.L’opera, nella produzione firmata da Giorgio Ferrara e ripresa da Patrizia Frini, (scene e costumi di Dante Ferretti e  Francesca Lo Schiavo) per l’allestimento di Spoleto58 Festival dei 2Mondi- Fondazione Teatro Coccia di Novara, sarà in scena dal 20 al 28 aprile al “Verdi” di Trieste per la direzione musicale del Maestro Oleg Caetani.
Allo “Schmidl” sarà la giornalista Elisabetta D’Erme a raccontare l’opera del compositore salisburghese, col supporto di esempi musicali e video.

Composta nell’autunno del 1789, «Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti» è la terza e ultima delle tre opere italiane ‘buffe’ scritte da Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte e commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito alle felici riprese viennesi di «Le nozze di Figaro» e «Don Giovanni». La prima rappresentazione dell’opera in due atti ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, per la direzione e concertazione dello stesso Mozart. L’architettura di questo dramma giocoso è edificata su un inquietante gioco di simmetrie e scambi di coppia: le due coppie di fidanzati originarie (Fiordiligi/Guglielmo e Dorabella/Ferrando) sono speculari ai binomi soprano/baritono e mezzosoprano/tenore. A questo incrocio, lo scambio di partner insito nella scommessa iniziale sulla fedeltà delle due ragazze sembra voler ripristinare l’ordine melodico, ovvero al soprano si abbina perfettamente il tenore così come il baritono al mezzosoprano. A queste geometrie non sono estranei nemmeno i rimanenti personaggi del vecchio Don Alfonso e della cameriera Despina che, ispirati da una filosofia di vita decisamente libertina, mettono in moto un perfetto meccanismo che porrà infine in discussione i rapporti di coppia iniziali. Interessante il rapporto tra musica e libretto: sulle geometriche simmetrie del libretto di Da Ponte, attratto dal carattere giocoso dell’aneddoto, ma anche dai suoi risvolti illuministici, la musica mozartiana si fa ambigua: ora ricca di caratteri elegiaci, quasi tragici e ora piena di ironia. Il messaggio finale è crudo, dei sentimenti non ci si può fidare, meglio affidarsi alla ragione. La musica del tardo Mozart si trasforma in rassegnazione, con il risultato che sembra decisamente assumere un tono ‘agrodolce’. Se l’impervia aria di Fiordiligi «Come scoglio» è il brano forse più noto dell’intera opera, nella partitura non mancano arie, duetti e terzetti di grande appeal, come «Ah guarda sorella», «Soave sia il vento», «Un’aura amorosa», «Donne mie la fate a tanti», «È amore un ladroncello».

L’ingresso alla manifestazione è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Palazzo Gopcevich

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