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Musica ebraica italiana “Degenerata”

Con il Duo Davide Casali (clarinetto) – Pierpaolo Levi (pianoforte)

È dedicato alla Musica ebraica italiana “Degenerata”, l’appuntamento con il clarinettista Davide Casali e il pianista Pierpaolo Levi, in calendario lunedì 21 ottobre 2024 alle ore 17.30, alla Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich (Via Rossini, 4), a cura dell’Associazione Musica Libera, nell’ambito del cartellone dei «Lunedì dello Schmidl», il ciclo di approfondimenti a cura di Stefano Bianchi che il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” da oltre un quindicennio offre sulle proprie collezioni al pubblico dei cultori della musica e del teatro.

La musica classica ebraica italiana “Degenerata” ha un ruolo molto importante nel panorama musicale internazionale. A causa delle leggi razziali, molta di questa musica non fu mai eseguita. Il duo Casali-Levi nasce proprio con l’intento di far rinascere questa musica, facendo riscoprire compositori quali Aldo Finzi, Leone Sinigaglia, Alberto Gentili, Emilio Russi, Mario Castelnuovo-Tedesco e Renzo Massarani.

Nel gennaio 1938, Mussolini impartisce al Ministero della Cultura Popolare l’ordine ufficioso di «ridurre musica ebraica alla radio». Con circa sei mesi di anticipo rispetto all’avvio ufficiale della campagna razzista, in Italia entra in vigore un divieto radiofonico ufficioso nei confronti dei compositori ebrei. I compositori Mario Castelnuovo-Tedesco e Renzo Massarani sono tra i primi a saperlo. Nel giugno 1938, il divieto radiofonico colpisce un altro musicista italiano di origine ebraica, molto apprezzato anche fuori d’Italia, Vittorio Rieti (Alessandria d’Egitto 1898 – New York 1994). Tra agosto e ottobre 1938, dopo l’avvio della campagna antiebraica, avvenuto a metà luglio con la pubblicazione sui principali giornali italiani del cosiddetto «Manifesto del razzismo fascista», l’ingranaggio persecutorio inizia a funzionare a pieno regime. Nel novembre 1938, vengono emanati i decreti generali che completano e perfezionano il quadro normativo anticipato nei due mesi precedenti, con notevoli indurimenti rispetto a quanto fatto balenare dalla propaganda in tema di possibili esenzioni. La Circolare n. 1549/24 del 18 giugno 1940 della Demorazza (Direzione generale per la demografia e la razza) e la Legge 19 aprile 1942, n. 517 sanciscono infine l’esclusione degli elementi ebrei dal campo dello spettacolo.

La conferenza concerto di lunedì 21 ottobre si apre con la «Toccata» di Aldo Finzi (Milano, 1897 – Torino, 1945), composta tra il 1931 e il 1937.

Seguono le «12 Variationen über ein Thema von Franz Schubert (Heidenröslein) op. 19 für Klarinette und Klavier» di Leone Sinigaglia (Torino, 1868 – Torino, 1944), datate 1898.

Di Alberto Gentili (Vittorio Veneto, 1873 – Torino, 1954) verrà eseguita la «Serenatella, op. 10 n. 2», originariamente composta per violino e pianoforte (prima edizione 1922) nella trascrizione di Davide Casali per clarinetto e pianoforte.

Emilio Russi (Trieste, 1876 – Trieste, 1965) figura (assieme a Lionello Levi, Vito Levi, Vittorio Menassé, Lionello Morpurgo e Giulio Venezian) tra i musicisti triestini espulsi dall’insegnamento a seguito della promulgazione della leggi razziali. Di Russi, le cui composizioni figurano nel Fondo Musicale dello “Schmidl”, saranno eseguiti «Humoresque» e «Nocturne», pagine composte alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, che risentono dell’influenza del mondo mitteleuropeo, ma vengono anche temperate dal lirismo che guarda alla cultura strumentale italiana, in particolare a Giuseppe Martucci, che di Russi fu insegnante a Bologna. Uscito dalla scuola triestina di Ernesto Luzzato, Russi si dedicherà in gioventù ad accompagnare il nascente cinema muto e a comporre canzoni per il Festival della canzone triestina, allora fulcro del movimento irredentista. Le sue musiche mettono in luce le sue qualità precipue: la facilità di invenzione e il cambio repentino di carattere tipiche del cambio di scena nei film muti.

Il programma si completa con l’«Epigrafe» di Mario Castelnuovo-Tedesco (Firenze, 1895 – Beverly Hills, 1968) – composta nel luglio del 1922 e dedicata a Cesare Lodovici, commediografo e scrittore amico di Montale e Bobi Bazlen – e con i «Tre preludi» di Renzo Massarani (Mantova, 1898 – Rio de Janeiro, 1975), pubblicati nel 1936.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Emilio Russi
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” F 744

Palazzo Gopcevich

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